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Bresciaoggi - Speciale Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti UICI: il centenario è un ponte tra passato e futuro

La storia dell’UICI è un percorso fatto di battaglie e di impegno civile, che parte da epoche lontane ed oscure, per giungere alla conquista di libertà individuali e sociali di fondamentale importanza. Ai primi del ‘900, i ciechi italiani vivevano di elemosina ed erano relegati ai margini della società e si stava diffondendo il metodo di scrittura e di lettura braille, strumento indispensabile. Augusto Romagnoli, sfidando la mentalità comune e i radicati pregiudizi, studiò nella scuola pubblica divenendo insegnante, per fondare, per fondare, più tardi, la scuola di metodo che porta il suo nome, destinata alla formazione degli educatori per i ciechi.
Nel 1920, Aurelio Nicolodi, divenuto cieco durante la prima guerra mondiale, fondò a Genova l’Unione italiana dei ciechi, per promuovere la riforma scolastica e nel 1936, a Firenze, creò l’Ente nazionale di lavoro. Grazie alla sua opera, l’istruzione gratuita per i ciechi divenne una realtà.
Intanto, nel settore lavorativo, si facevano strada massaggiatori, centralinisti, operai nelle fabbriche, insegnanti e aerofonisti durante la seconda guerra mondiale.
Dal 1947, veniva riconosciuta all’Unione italiana dei ciechi la rappresentanza degli interessi morali e materiali dei minorati della vista presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti aventi per scopo l’assistenza, l’educazione e il lavoro dei ciechi.
In seguito, si dovettero sostenere numerose battaglie al proprio interno e contro il governo per strappare le leggi che, via via, renderanno la vita dei privi della vista più dignitosa. Si ricorda, in particolare, nel 1954 “la marcia del dolore” di un centinaio di ciechi partiti dalla Toscana alla volta di Roma, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Nel 1957, furono varate le prime leggi speciali per il collocamento al lavoro dei centralinisti telefonici, nel 1961 quelle per l’assunzione obbligatoria dei massofisioterapisti. Altre tappe fondamentali furono la legge sulla pensionistica e l’indennità di accompagnamento, il riconoscimento del valore legale della firma dei ciechi negli atti pubblici e privati, le leggi sul pensionamento anticipato e la precedenza nei concorsi per l’accesso alle carriere direttive nelle pubbliche amministrazioni.
L’UICI ancora oggi mantiene questo impegno.
La Presidente
In questo anno del centenario, - ricorda la presidente Sandra Inverardi – traguardo significativo, desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al successo della sezione, con impegno e determinazione nel perseguire la missione. Essere la prima Presidente donna è un onore e una responsabilità che porto con fierezza. Guardiamo al nostro passato con riconoscenza e al futuro con determinazione impegnandoci a promuovere l’uguaglianza, a continuare a costruire un’associazione inclusiva per tutti e a servire la nostra comunità con assione”.

Libro parlato: un’idea bresciana

A partire dai primi anni del dopoguerra, per i ciechi era veramente difficile poter leggere, sia per la scarsa conoscenza del metodo Braille, sia per l’esigua quantità di libri trascritti con questo linguaggio. Con l’avvento dei primi registratori la lettura divenne un po’ più accessibile.
A metà degli anni ’50 nacque a Roma il servizio nazionale del libro parlato. Dopo il 1973, tale servizio cominciava ad avvalersi di altre sedi di distribuzione tra cui Brescia che serviva tutto il nord d’Italia. Nasceva quindi la Nastroteca f.lli Milani per poi divenire Centro del libro parlato F.lli Milani nel 2009. Sempre nel 1979, Brescia diveniva anche centro di produzione di libri attraverso due cabine di registrazione, impiegando voci di professionisti e di volontari.
La svolta
Nel 1998, il centro si trasferisce nell’attuale sede di via Divisione Tridentina. Nel frattempo si sostituiscono le cassette con i cd.
Nel 2007 nasce la banca del libro parlato online, che permette agli utenti di scaricare sul proprio pc o smartphone, l’opera letteraria prescelte. Attualmente gli utenti iscritti al servizio del libro parlato bresciano sono 742, i testi registrati e disponibili online sono 25.548, mentre quelli richiedibili a mezzo posta sono 21.494.